E' la Liturgia di uso abituale nella Chiesa Bizantina. Sarebbe stata introdotta dal Santo Arcivescovo di Costantinopoli in luogo di quella di S. Basilio lievemente più lunga e da cui differisce per le preghiere dell'Anafora.
Per quanto non ne sia accertata la paternità del Santo di Cesarea cui viene attribuita, in essa appaiono dei passi che si possono rinvenire nei sui scritti. Sostituita nell'uso normale da quella di S. Giovanni Crisostomo, è rimasta in uso soltanto soltanto in dieci occasioni dell'anno:
È l'antica Liturgia della Chiesa di Gerusalemme. Era rimasta in uso, oltre che in questa città, nell'isola di Zante. E' stata recuperata nel XX sec. e ora viene celebrata in talune chiese in occasione della festa del Santo, il 23 ottobre o nella domenica dopo Natale.
È la cerimonia di preparazione dei Sacri Doni - il pane ed il vino - che viene compiuta dal sacerdote e dal diacono prima della celebrazione della Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo o S. Basilio.
Attribuita tradizionalmente a S. Gregorio Magno - che l'avrebbe composta durante la sua permanenza a Costantinopoli come apocrisario di papa Pelagio II - non è propriamente una Divina Liturgia in quanto mancante della Consacrazione. È una semplice akolutia di distribuzione della Comunione, inserita in un contesto vesperale, che viene celebrata nei giorni dal lunedì al venerdì della Grande Quaresima (che sono aliturgici ed in cui non si può celebrare la Divina Liturgia).
È una akolutia di distribuzione dell'Eucarestia che a differenza della più consueta Liturgia dei Presantificati non è collocata in un contesto vesperale.